CASE DA FILM: SHAFFER RESIDENCE


Schaffer residence
Sono un'appassionata di cinema, anche di quei film che nessuno vede e che magari passano alle 2 di notte in televisione...
Mi affascinano le colonne sonore, i costumi e in particolare le locations.

Ci sono film che guardo e riguardo solo per la bellezza degli ambienti e la fotografia.

Era il 2009 e Tom Ford esordì nella sua opera prima come regista nel film "A single man"; lo stilista ha raggiunto fama internazionale negli anni '90,  grazie al rilancio della maison Gucci sull'orlo della bancarotta; nel 2000 aveva assunto anche l'incarico di Creative Director per Yves Saint Laurent e nel 2004 creò la sociatà a suo nome "Tom Ford", sempre nell'ambito della moda.

 « Ora che ho quasi cinquant'anni, il libro risuona in me in un modo completamente diverso. È una storia profondamente spirituale, su un giorno della vita di un uomo che non riesce a vedere il proprio futuro. È un racconto universale su cosa significa affrontare l'isolamento che proviamo tutti, e sull'importanza di vivere nel presente e comprendere che le piccole cose della vita sono in realtà le grandi cose della vita. »*




L'opera prima di Tom Ford  "A single man", è tratta dal romanzo di Christopher Isherwood, considerato come il primo e miglior romanzo della moderna letteratura gay e pietra miliare del movimento di liberazione gay.
Il film è stato girato in parte nella Schaffer residence di Los Angeles, progettata da John Lautner nel 1949.



Questa abitazione è nascosta in una valle boscosa ai piedi delle Verdugo Mountains; la residenza è stata realizzata in sequoia, cemento e vetro si apre sul bosco di querce che ha influenzato la forma e l'orientamento del progetto.  
Qualche anno fà è anche stato fatto un restauro accurato degli interni, degli esterni e degli arredi, nonché delle superfici ed elettrodomestici, è stato introdotto il WIFI, il cablaggio per il suono con altoparlanti in ogni locale della casa... un paradiso a 15 minuti dal centro di Los Angeles. 

Schaffer residence

La famiglia Shaffer era solita fare picnic in questo bosco di querce e il sig Shaffer aveva fatto a Lautner una specifica richiesta: "voglio avere una casa che mi faccia sentire come quando faccio un picnic sotto gli alberi di quercia", ed effettivamente l'architetto ha progettato la casa intorno a questi alberi, creando uno spazio davvero notevole. 
Una casa minimalista, un luogo dove le stagioni regalano qualcosa ogni giorno, dal suo interno si può scorgere ogni cambiamento di luce dall'alba al tramonto e questo ha un effetto del tutto particolare sulla psiche degli abitanti della casa.  
Data la struttura e il design dei suoi interni, si deve fare qualche compromesso per vivere qui, e penso che il minimalismo sia uno di questi. 

NELLA REALTA'...








NEL FILM...


 
In conclusione, questo film è tutto un ispirazione: la fotografia, l'illuminazione, la poesia di certi sguardi; la musica è frutto di un'attenta ricerca da parte del regista, appassionato di colonne sonore... ma impeccabile è anche il guardaroba sartoriale del protagonista Colin Firth e lo scenografico stile anni '60 dell'amica Julianne Moore, tra trucco, mise e gioielli.
Da vedere anche senza audio... 

Photos: Judith Lautner/John Lautner Foundation
Photogrammi: http://screenmusings.org/


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